Archivio | giugno 2015

Cronache da sotto l’assedio

trifidi2Ma quanto è rigoglioso il verde in questa città? Sarà che acqua non ne manca e che il sole ancora la bacia, benché filtrato da nebbie di fumi mefitici. La vegetazione, in questa stagione, strappa centimetri al cemento un po’ ovunque. Macchia i viali neoclassici del Parco Ducale, guadagna sull’asfalto debordando dai fossi, lungo le strade che sonnecchiano dove la periferia trascolora in campagna. Persino qui, nel Quartiere, il prodigio della vita vegetale si afferma. Complici le politiche comunali di austerità, la manutenzione del verde è praticamente inesistente. Ciuffi di erbe coriacee spaccano i marciapiedi e crepano i muretti. I tigli, poi, crescono incontrollati. Assediano le finestre e i balconi delle case anni Cinquanta color pastello. Allungano i loro tentacoli con velocità sorprendente, guadagnando centimetri ogni giorno. I cittadini, preoccupati, si difendono come possono da quella che si configura come una vera e propria invasione: la professoressa Tarasconi, ad esempio, ci dà in modo compulsivo di aspirapolvere, ossessionata com’è da pollini e insetti che in spessi strati si depositano su davanzali e terrazzi, finendo per penetrarle in casa. Così facendo trascura i rami, che mostrano ormai di volerle sfondare i vetri della portefinestra. Greco, campagnolo inurbato, ha risfoderato la roncola dei giorni migliori. Mena colpi decisi e rabbiosi per liberare i suoi spazi. La pioggia di rami prodotta si schianta sulle auto posteggiate nella via. L’ira del vicinato non s’è fatta attendere e nella cassetta della posta di Greco è stata recapitata una lettera anonima, scritta in lettere grandi ritagliate dai giornali: “Tu hai la roncola, io la motosega”. La signora Gallardo, da Lima, si affida alla Vergine di Guadalupe che, a starla a sentire, apparirebbe tra i rami di fronte civico 12, luminosa e trionfante proprio sopra un bel nido di cornacchia. Davanti alla visione, cade in ginocchio con un tonfo, prega e si segna, mentre la famiglia di uccelli le gironzola per casa, le fruga nella dispensa e si diverte a provare i suoi abiti fumando Lucky Strike infilate in lunghi bocchini. Fenomeno probabilmente non riconducibile alla mancata manutenzione del verde, quello di ritrovarsi ovunque assediati da grossi uccellacci che hanno soppiantato gli uccellini di un tempo. Andrebbe affrontato, certo, con politiche ambientali mirate. Ma vista la totale immobilità delle autorità, Matteo Salvi, il tossico del terzo, ha giurato lotta senza quartiere ai volatili invasori, dopo che l’intrusione di una gazza svolazzante in salotto gli ha sparpagliato cristalli e polverine per tutto l’appartamento. Finanziato da Speranza, il vecchio gobbo e macilento dell’ultimo, prestatore di denari a interesse, ha acquistato una motosega a benzina. Lo si vede oltre le finestre spalancate correre per casa in mutande, in preda a potenti allucinogeni, impugnando a due mani sopra la testa una grossa Vigor , a caccia di pennuti veri o immaginari. È qualche giorno che l’anziana madre di Matteo non fa il consueto giro di compere mattutine per le botteghe del Quartiere.
Insomma, qui si resiste, ciascuno come può, ogni giorno, all’assedio di una realtà sempre più aggressiva. Ed è difficile criticare le scelte di ciascuno, anche se non condivisibili. Si resiste qui come ovunque, all’alluvione di debiti, tasse e bollette. All’invasione di furbetti, trafficoni, slot machine e Compro Oro. Al diluvio di mancanze, malfunzionamenti e disservizi. Alla sfilata di facce di bronzo dalla parlantina sciolta e senza risposte, sulla scena tanto affollata della Pubblica Incuria.