Archivio | agosto 2014

L’Oracolo e Joe Strummer

gnothi-seauton

Delfi, 6 agosto 2014

Nell’antichità, i pellegrini che si recavano a Delfi sbarcavano a Itéa, una quindicina di chilometri a sud, per poi arrampicarsi pazientemente sino al Santuario di Apollo. Una sfacchinata improba, se si considera che il turista che oggi voglia percorrere quella via, anche limitandosi al solo tratto della via Sacra che si sviluppa all’interno del sito archeologico, rischia la pellaccia a causa del sole cocente. Avanza curvo, assetato, bestemmiando: “Ma perché non sono rimasto in spiaggia a farmi una Corona ghiacciata? Che idiozia ci vuole a schiattare per questi due sassi dannati!” La calura implacabile lo incolla al cemento della scalinata sconnessa costringendolo ad aggrapparsi con le mani ai rami di ulivo e di mandorlo che, sebbene del tutto inadeguati come fornitori di ombra, si rivelano tuttavia preziosi come sostegni. Si tratta del turista sprovveduto, intendiamoci, di quello che si è levato troppo tardi dal letto per effettuare la visita in un orario consono. Quel turista per così dire un po’ naïf, una volta giunto al Tempio di Apollo, si rammenta della più celebre tra le sentenze delfiche, il “Conosci te stesso”.

Conosci te stesso, già, bello a dirsi: se non sei salito sin qui con quaranta gradi all’ombra e un sole che brucia, madonna come brucia, magari una riflessione su te stesso te la fai anche. Ma se il cervello è in debito di ossigeno, beh, allora è meglio lasciar perdere! Conosci te stesso, Know thyself è la traduzione su un pannello illustrativo trilingue posto nei pressi del tempio. Tra l’altro c’è sempre qualche italiano che impreca, davanti a questi pannelli: “Ma perché diavolo non le fanno in italiano ‘ste scritte? Qui siamo quasi tutti italiani, cribbio!” Impreca e poi, per sbollire la rabbia, tira fuori un tupperware con dentro la frittata bisunta. E in quei casi lì il turista un po’ naïf se la ridacchia, perché anche se sei italiano un po’ di inglese te lo puoi studiare, sennò ti arrangi, cribbio! L’Ombelico del mondo sta qui, mica a Cesano Boscone, giusto?

Tuttavia, il dilemma del conoscere se stessi permane, irrisolto e angosciante, e il turista un po’ naïf non lo può mica aggirare così facilmente: “Know thyself, caro Oracolo, non saprei… è un invito troppo complicato da soddisfare. Siamo figli del Novecento, che poi vuol dire che la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe mica ce la puoi chiedere. Proviamo magari, caro Oracolo, a limitare il campo con un più abbordabile Know your rights. Allora sì, è tutta un’altra storia: su questo sono ferratissimo, poiché ci ha pensato Joe Strummer, artista dalla mirabile capacità di sintesi, a ragguagliarmi sullo stato dei miei diritti nella società occidentale. Ecco, io ho tre diritti: uno, non essere ucciso, se non per mano titolata a farlo dallo Stato; due, avere il denaro per il cibo, a patto di chinare il capo ed essere umiliato; tre, libertà di parola, se nessuno mi chiude la bocca. Inoltre ho il diritto a starmene zitto, perché ogni cosa che dico potrebbe essere usata contro di me.”

Sapienza antica, quella dei Clash, ma sempre attuale. Cose che impari al liceo, per non scordarle più.