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Odore di chiuso (Recensione)

Odore di chiuso

Marco Malvaldi

Sellerio 2011

Ambientato nel 1895, il quarto romanzo di Marco Malvaldi è un classico whodunit. La vicenda è collocata in un castello della Maremma, immerso in “una calura micidiale, resa ancora più spietata dall’umidità delle vicine paludi”, dove risiedono il barone di Roccapendente e i familiari.
Con ironia e leggerezza Malvaldi disegna i vizi di un’aristocrazia che mal si adatta alla realtà dell’Italia liberale e che vive nell’illusione dell’autosufficienza economica, sociale e culturale, nonostante i debiti aumentino e nessuno riconosca più un ruolo ai signori di un tempo. I ritratti dei figli del barone sono, in questo senso, esemplari. Gaddo, l’erede, è aspirante poeta e ammiratore del Carducci, ma arriva infine a confessare la propria inettitudine: ”Sarebbe il fatto, caro signor delegato, che io non so fare un cazzo”. Lapo, il figlio minore, è un ubriacone nella cui vita l’impresa memorabile è stata pisciare per errore in un caminetto durante un ricevimento.
L’ironia dell’autore emerge dal tono del narratore, ma è anche personificata dal personaggio di Pellegrino Artusi, autore del celeberrimo ricettario La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene. Il baffuto buongustaio infatti osserva le stranezze della famiglia e le commenta in prima persona nel suo diario, al quale sono dedicati alcuni capitoli del libro. L’Artusi ha un ruolo funzionale al racconto, suggerisce al delegato di polizia le mosse per giungere alla soluzione del caso, ma con la sua presenza offre anche il pretesto per alcune digressioni sul cibo che culminano nella ricetta, da provare, del Polpettone all’uso zingaro.
Il giallo è ben congegnato e la soluzione, benché non troppo sorprendente, è arguta. La narrazione risulta però nel complesso poco fluida. Inoltre i personaggi, in particolare quelli secondari, quali il medico, il delegato, l’usuraio, i servitori, le anziane bisbetiche ecc., sono un po’ troppo stereotipati. Il genere letterario scelto senza dubbio richiede l’impiego di personaggi immediatamente riconoscibili, ma in questo caso, viste le ambizioni da romanzo storico, o meglio neostorico, caratterizzazioni più accurate non avrebbero guastato.
Nel complesso la lettura di Odore di chiuso è consigliabile perché, benché si tratti di un esperimento non perfettamente riuscito, contiene tanti e vari spunti interessanti.