d’amore, d’avventura e della scuola digitale

Corto Maltese non morirà, Corto Maltese se ne andrà perché in un mondo dove tutto è elettronica, è calcolato, tutto è industrializzato, è consumo, non c’è posto per un tipo come lui.

(Hugo Pratt)

È necessario essere nati nei mari del Sud, per uscire vivi da moderni corsi di formazione dove personaggi piuttosto agitati, gesticolando, ti parlano delle infinite possibilità offerte dalle tecnologie digitali applicate alla didattica: “Allora, se te ci metti dentro Minecraft, nella lezione per esempio di storia, o di algebra, quella roba lì che viene fuori diventa davvero fighissima!” Oppure: “Un’altra cosa davvero figa, è usare Geogebra per fare cose… chi lo sa usare? Ah, ecco, sì, tu! Vieni a far vedere a tutti come si usa.”

È necessario il sangue freddo del cacciatore di serpenti per superare indenni il fatidico: “E adesso vi dividete tutti in gruppi, scegliete un topic, fate un planning e preparate un pitch che poi lo vediamo tutti insieme.” Bisogna sapersi mimetizzare nel bianco impietoso dei laboratori, senza fare alcun rumore, senza spezzare il ramo secco, sempre in agguato, che potrebbe allarmare il pitone. C’è bisogno del fegato straordinario di Tremal-Naik per restare impassibili mentre già tra i presenti c’è chi si alza, si risiede o gira la sedia. Mentre fogli e matite escono fuori dalle borse di pelle dei colleghi, con gran fruscio. Mentre infine un tipo entusiasta, che normalmente insegna lettere, si rivolge a te e a un altro disgraziato fregandosi le mani (vi considera, è evidente dal sorriso complice, il suo team) e butta lì un gioviale: “Allora ragazzi? Che ne dite se facciamo un bel lavoro per competenze per spiegare la Costituzione con i mattoncini LEGO?”

Bisogna avere vissuto già tutta l’avventura del mondo, dicevo, mentre il tipo sempre più invadente vi scuote e vi strattona in malo modo un braccio, per continuare a fissare l’orizzonte. Per starsene lì, aggrappati all’albero di un veliero che cola a picco e fumare flemmatici l’ultima profumata sigaretta: “Non hai capito, competente collega entusiasta? Non lo sai che il cuore di Yanez appartiene a una bellissima giovane, dalla pelle leggermente abbronzata, i lineamenti dolci e fini, cogli occhi nerissimi e i capelli lunghi, intrecciati con fiori di mussenda e nastrini di seta azzurra? E che io sono quello che parla poco, non ride mai, al massimo sogghigna sardonico, non crede in nulla e soprattutto non gioca con i cazzo di LEGO a quarant’anni suonati?”

Altro che competenze, smartphone in classe, debate e gamification. Bisogna aver letto, leggere e far leggere tutta l’avventura del mondo, oggi, per difendersi dall’invasione di un mondo crudo dove succede di tutto, senza che nulla accada. Per fuggire da queste stanze dalle pareti bianche e dai soffitti bassi e, con lo sguardo di capitani di niente, immergersi nell’azzurro sconfinato e immobile che ha il cielo quando riflette l’oceano, a guardare il volo di due gabbiani intrecciarsi e pensare che sono belli.

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Informazioni su Emiliano B

Un lombardo in Emilia. Insegnante nelle scuole secondarie. Amo le lettere, la musica di Seattle, il calcio, i vizi.

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