Divieto di Carnevale

ImmagineNel comune dove lavoro, con ordinanza del sindaco, è stato vietato l’uso di schiumogeni durante il periodo di Carnevale, dal 12 al 21 febbraio. Non si tratta di un caso isolato: ci sono numerose città, tra le quali Verona, dove le bombolette di schiuma spray saranno off-limits per qualche giorno. A Fano non si potranno usare nemmeno le bombolette filanti. Sanzioni da 25 a 500 euro circa.

Ordinanze di questo genere sono sempre più comuni, dal divieto di sdraiarsi sulle panche, a quello di sgranocchiare qualcosa nei parchi, a quello di sedersi in prossimità dei monumenti. Gli amministratori tentano di intercettare gli umori dei propri cittadini e di interpretarne i desideri e quindi questi assurdi divieti sono in qualche modo normali. Siamo un popolo goffo e ignorante, ripiegato su se stesso, ma allo stesso tempo teso con protervia all’affermazione delle proprie intolleranze. Chiusi all’interno dei puzzolenti abitacoli insonorizzati delle nostre autovetture o protetti da spesse sbarre alle finestre, mentre la luce dei televisori investe i nostri corpi pallidi, noi italiani odiamo. Odiamo il prossimo. Odiamo tutti, ma con particolare livore odiamo quelli che si divertono, che si spruzzano con la schiuma a Carnevale. Chiediamo alle Istituzioni di perseguire quelli che godono dei piaceri banali che noi, impegnati a leccare il touch-screen del nostro ipad, abbiamo scordato: un pic-nic domenicale al parco, una birretta ghiacciata all’aperto in una sera d’estate.

Quando è cominciato tutto questo? Come si spiega? Non saprei.

Anzi, una teoria ce l’ho e nemmeno tanto originale, anzi, è puro accatto: è tutta colpa del consumismo e della pubblicità, quindi di quel liberismo che, anche per questo, ha i giorni sempre più contati. Quando, con il benessere, anche gli strati popolari hanno avuto accesso ad alcuni particolari beni di consumo, auto a rate, cellulari, grossi televisori, ecc. si è verificato un doppio fenomeno: da un lato la difesa della roba conquistata al prezzo di indebitamenti importanti è diventata un’ossessione diffusa, dall’altro la fame insaziabile di oggetti da acquistare produce una costante e frustrante insoddisfazione. Più che naturale quindi prendersela con chi riesce ancora a godersi qualche piccola cosa della vita o con chi, probabilmente con il suo solo esistere e uscire di casa, pare minacciare l’integrità dei nostri beni. Tanto più che si tratta quasi sempre di categorie invise alla maggioranza chiacchierona: ragazzi, stranieri, sognatori. Persone in gran parte tagliate fuori dalla nostra democrazia e contro le quali i nostri rappresentanti nei luoghi di potere hanno buon gioco.

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Informazioni su Emiliano B

Un lombardo in Emilia. Insegnante nelle scuole secondarie. Amo le lettere, la musica di Seattle, il calcio, i vizi.

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